In noi operanti nel settore delle strutture residenziali per Anziani, il pensiero volto alla triste condizione psico-fisica legata alla vecchiaia ed alle patologie della terza età, è un fattore abbastanza costante.
La malattia più comune nelle case di riposo a Roma è l’Alzheimer si tratta di una patologia altamente invalidante e veramente difficile da gestire in un ambiente familiare, malattia che riesce a mettere alle corde anche le famiglie più unite ed amorevoli.

Mettere da parte i sensi di colpa diventa necessario, chiedere quindi aiuto a noi strutture assistenziali diventa d’obbligo, e di certo il perché non ha bisogno di spiegazioni o preamboli.
Il senso di colpa che si prova nella maggior parte dei casi è pari a quello dell’abbandono ma quando si combatte con questa complessa patologia, diventa quasi un fatto dovuto, doversi appoggiare a qualcuno diventa necessario, e spesso la badante non è la soluzione risolutiva, perchè tenere testa ad una condizione patologica così invalidante non è per niente facile.
Allora la prima cosa da fare per superare i sensi di colpa è cercare una struttura che vi dia la certezza che il vostro Anziano genitore possa vivere il giusto ambiente per lui che garantisca tranquillità e cure amorevoli.
Laddove possibile una struttura che lavori a porte aperte, che non abbia quindi giorni o orari di visita, in primo luogo perchè potrete sicuramente andare a trovare il vostro genitore più spesso, e cosa non meno importante potrete avere una più agevole supervisione sull’operato della struttura almeno fino a quando possiate capire di poter dare loro la debita fiducia che meritano.
Brevi cenni sulla patologia dell’Alzheimer.
E’ fatto comune ed inevitabile quando hai un genitore malato di Alzheimer, che ne soffre, porsi timidamente la domanda che tanto ci spaventa, ma sarà ereditario? Nella grande maggioranza dei casi si tratta di una malattia sporadica, cioè non genetica. Inizia in maniera subdola e insidiosa, tanto che spesso nemmeno i familiari se ne accorgono e quando ci presenta il conto, si dà la colpa ai cosiddetti fattori scatenanti: Un forte stress, una disgrazia sofferta, un fallimento, una delusione d’amore ecc. ecc.
La prima fase dell’Alzheimer è quella diciamo meno complicata, dove ancora nonostante le varie stranezze comportamentali la difficoltà è di medio-bassa entità, il grado di autosufficienza è tutto sommato accettabile, quindi ancora la famiglia riesce a fronteggiare i chiari cambiamenti comportamentali del soggetto nonostante le problematiche sempre più crescenti, prima su tutte la perdita di memoria. Chiaro segnale sullo stato patologico poi sono le difficoltà che il malato incontra anche in situazioni usuali con conseguenti stati d’ansia, incertezze nei calcoli e difficoltà nei rapporti con il mondo esterno, certamente chiare ed inequivocabili saranno le modificazioni nel carattere e nella personalità.
La seconda fase dell’Alzheimer è certamente di gestione complicata in un contesto familiare, perchè compromette ulteriormente il grado di autosufficienza residua, si noterà un peggioramento del già descritto e la progressiva perdita di gestualità, spesso non si riconoscono persone care e luoghi comuni, la perdita di memoria sempre più accentuata può creare soventemente situazioni di pericolo fra le costanti più comuni perdersi e lasciare il gas acceso, non meno comune sono i bisogni fisiologici fatti qui e là, disturbi del linguaggio ma quel che rende il malato d’Alzheimer difficile da gestire è l’insorgenza di forti disturbi del comportamento con frequenti stati di agitazione, aggressività, apatia, inversione insonnia, ecc.
Nel confrontarvi con loro mentre li assistete nel quotidiano, evitate di contraddirli, evitate di forzarli, evitate di fargli notare errori e poca autosufficienza elogiando invece anche i più banali successi nelle azioni compiute, quelle che a voi possono sembrare cose banali per loro sono significative di grande difficoltà, adoperate un timbro di voce gentile ma deciso e rassicurante.
Sono abbastanza comune in soggetti irrequieti i tentativi di fuga continui
In uno stadio intermedio della malattia, egli prova un irrefrenabile bisogno di camminare e affaccendarsi senza scopo apparente, questa è una fase in cui bisogna prestare molta attenzione, in particolar modo perché contrariamente a tutto ciò che si possa pensare, sono perfettamente in grado di mettere in atto delle vere e proprie strategie di fuga. Tutte queste condizioni patologiche nel malato di Alzheimer, facili da descrivere ma non altrettanto semplici da vivere gravano troppo pesantemente su quelli che sono gli equilibri familiari portando spesso le nostre vite all’esasperazione, con conseguenti sintomi quasi prossimi all’esaurimento deteriorando cosi la qualità di vita di tutto il nucleo familiare.
Affidarsi quindi ad una buona struttura residenziale per Anziani diventa assolutamente necessario e su questo direi che ci sono parecchie case di riposo ad Anzio con un rapporto qualità prezzo eccellente.
La terza fase dell’Alzheimer è invece caratterizzata, da espressioni verbali confuse ripetitive senza senso con suoni continui spesso indecifrabili o addirittura mutismo, dalla perdita completa dell’autosufficienza legata alla scarsa mobilità che spesso si risolve in sindrome di allettamento in sedia a rotelle mentre l’incontinenza favorisce piaghe da decubito ischemie cutanee ed irrigidimento degli arti.
Questa è una fase in cui l’Anziano ha necessariamente bisogno di un’assistenza medico-sanitaria h24