Nell’intento di condividere il nostro sapere con il mondo del web casa di riposo i pini mette a Vostra disposizione:
Tesina corso Oss

Elaborato da


Ingrassia Massimiliano

 

 

Indice

1. Presentazione
2. Ruolo dell’OSS
3. La Mia Esperienza di Tirocinio
3.1 Casa di riposo i Pini
4. Caso Clinico
5. Lesione da Pressione
6. Ringraziamenti

PRESENTAZIONE

Cari amici, oggi trovare lavoro è sempre più difficile, obbligando le strutture assistenziali ad assumere figure professionali come oss Operatore Socio Sanitario, Educatori e Assistenti Sociali hanno creato nuovi sbocchi lavorativi soprattutto in case di riposo Roma e case di riposo Anzio sono in molti quelli che studiando hanno preso la qualifica da Operatore Socio Sanitario ma questo in realtà vi dico non è lavoro per tutti, ci vuole cuore e tanta pazienza, Lavorare con gli Anziani è una mission Vivi tanto di quel tempo con loro che quando se ne vanno soffri più dei familiari stessi.
Lavorare in questo ambito per me significa prendersi cura degli altri in modo professionale, competente senza dimenticare il lato umano con i pazienti e ospiti.

RUOLO DELL’OSS

Chi è l’opsocio saeratore nitario ( OSS )
L’ OSS è una figura professionale Italiana istituita dall’accordo Stato-regioni il 22/02/2001, allo scopo di rappresentare in un’unica figura professionale, sia in campo sanitario, sia sociale.
Si occupa di Assistenza alla persona integrando funzioni, compiti e competenze, in un unico contesto sostituendo le figure di (Ausiliario socio-assistenziale e Assistente domiciliare e dei servizi tutelari) operanti nell’area sanitaria (Operatore tecnico-assistenziale, Assistente di base) operanti nell’area assistenziale tuttavia l’ oss non ha potere decisionale e si attiene alle indicazioni e prescrizioni dell‘infermiere o del Dottore che ne è il responsabile diretto.
Il suo compito è quello di assistere le persone nei bisogni quotidiani, promuovendo e stimolando però dove possibile l’autonomia del soggetto. L’ambito lavorativo trova sbocchi sia nell’area sanitaria che in quella sociale Coopera e collabora quindi con le altre figure ausiliarie e sanitarie.
ha scopo di individuare le esigenze e i bisogni assistenziali, legati alle qualità di vita dell’ospite attraverso un percorso chiamato Piano di Assistenza Individualizzato (PAI) la cui stesura è affidata all’Assistente sociale. Le attività dell’operatore sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita, come ad esempio:
• Assistere alle attività quotidiane igieniche della persona
• Favorire il benessere dell’autonomia del paziente
• Ascoltare, osservare e comunicare con l’ospite e i suoi familiari
• Lavorare, collaborare con il personale sanitario e sociale seguendo il PAI
• La sua attività e molto importante perché si svolge in supporto a quella infermieristica e Medica
L’ OSS può lavorare in Strutture Sanitarie Ospedaliere, in Residenze Socio Sanitarie RSA , nell’ Assistenza Domiciliare, presso Comunità Alloggio per anziani, Case Famiglia, sia in case di riposo convenzionate, che in case di riposo Anzio e case di riposo Roma.

LA MIA ESPERIENZA DI TIROCINIO

Confrontandomi con colleghi che lavorano in case di riposo Anzio e case di riposo Roma ho avuto la certezza di capire quanto fossi stato fortunato nell affrontare il periodo di tirocinio a casa di riposo i pini, in questa struttura gli anziani sono quasi tutti autosufficienti, si respira un aria familiare e fra i colleghi aria serena, ci si confrontava e le giornate scorrevano in allegria gli anziani sono cosi pochi che si entra in simbiosi con loro, è come una grande famiglia la zona è bellissima ed il fatto che sia una casa di riposo al mare aiuta tantissimo.
Chi invece ha fatto il tirocinio in grandi case di riposo convenzionate potrà certo confermare che durante gli orari di lavoro, non ci si può mettere nemmeno seduti il clima rigido corri veloce da un reparto ad un altro e alla fine non hai tempo per nessuno, gli anziani sono niente più che pazienti.
Torniamo adesso alla mia esperienza, tutte le fasi della giornata, iniziano dalla sveglia e l’igiene dell’ospite, alla mobilizzazione, all’alimentazione, ad eventuali medicazioni, alla distribuzione delle terapie, alla distribuzione dei pasti e facendo qualche chiacchierata arrivando fino alla “buona notte” . Sono stato affiancato per tutto il mio percorso da infermiere e Oss già pratici, e qui ho imparato diverse cose come: rilevare i parametri vitalipressione arteriosa, temperatura corporea, frequenza cardiaca, glicemia, saturazione di ossigeno, collaborare alla distribuzione della terapia e alle medicazioni, ho assistito alla stesura dei PAI.
ho imparato a fare i letti, cambiare i pannoloni anche agli anziani più corpulenti, fare le pulizie all’ambiente e sanificazione, medicare le ferite e piaghe da decubit.
Devo ammetterlo, mettere in pratica quello che hai studiato è il giusto percorso per chiudere il cerchio e finalmente realizzare il sogno di aprire una casa di riposo Anzio.

Casa di riposo i pini

Casa di riposo i pini è una comunità alloggio per anziani. La struttura svolge attività Sanitarie e Socio Assistenziali per persone anziane autosufficienti e anziani non autosufficienti che hanno bisogno di sostegno, la struttura veramente carina una casa di riposo al mare nel delizioso complesso di lido dei pini ad Anzio, a mezz’ora di macchina da Roma, a pochi minuti da Nettuno, Pomezia, Ardea, Aprilia. la maggior parte degli anziani sono autosufficienti e gli operatori tanto vicini a loro che sembrano parenti.
Gli operatori con gli anziani sono soliti uscire dalla casa di riposo per passeggiate al bar, in piazza, in chiesa e perfino in riva al mare.

IL CASO CLINICO

La prima volta che sono entrato a casa di riposo i pini Anzio ero molto emozionato perché era la mia prima esperienza e non sapevo a cosa sarei potuto andare incontro, se fossi stato in grado poi di fronteggiare un emergenza qualora si fosse presentata. Qui ho conosciuto tutti gli anziani ospiti della struttura, ognuno con la sua storia il suo carattere e grado di autosufficienza.
Con gli anziani l’igiene prima di tutto, è più facile cosi rapportarsi con loro, e si prevengono le piaghe da decubito con l’ausilio di creme emollienti ed a base di ossido di zinco nella zona sacrale, ma anche al movimento e dialogo veniva data un importanza fondamentale, tiene attivi gli anziani che continuano a sentirsi parte integrante della casa di riposo.

LESIONI DA PRESSIONE

E’ stata un esperienza per me molto importante al fine di comprendere pienamente quello che è il ruolo è il mondo dell’OSS. In questa tesina voglio approfondire in particolare un argomento che mi ha molto interessato perché molto colpito “LESIONI DA PRESSIONE o piaghe da decubito nel mio periodo di tirocinio venne nonna Tonia, una donna intelligentissima purtroppo affetta da sindrome di allettamento, al suo ingresso in struttura anche se le condizioni generali sembravano buone, ma presentava piaghe da decubito ,di entità poco importante nella zona sacrale che siamo riusciti a risolvere in poco tempo, ma ciò che mi ha colpito era il tallone che presentava una necrosi estesa che arrivava all’osso, con visita intramenia tramite cup grazie all’intervento di un chirurgo di Anzio sono intervenuti chirurgicamente, ma con una lesione del genere anche dopo l’intervento chirurgico, la via di guarigione è veramente lunga, la ferita aperta va medicata tutti i giorni per evitare si infetti, la procedura è dolorosa ma indispensabile questo chiaramente è un aspetto che nella casa di riposo Anzio sanno tutti gli operatori.

Definizione:

È definita lesione da pressione una lesione tessutale, con evoluzione necrotica, che interessa la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere nei casi più gravi la muscolatura e le ossa.

Le regioni del corpo maggiormente interessate sono le aree dove ricoprono le sporgenze ossee: sacro, trocantere, tallone, tuberosità ischiatiche, malleoli laterale, anche orecchie e capo.

Cause
:
La formazione di LDP è la prolungata compressione di un’area del corpo, che provoca una riduzione del flusso ematico. Schiacciando i vasi sanguigni riducono il lume, e de conseguenza provocano l’ischemia (la morte delle cellule dei tessuti).
Fattori:
– Fattori Locali, (pressione per tempo), forze di stiramento e di taglio, attrito e frizione, umidità, aumento della temperatura.
– Fattori sistemici: età, riduzione della mobilità, malnutrizione e disidratazione, patologie neurologiche, diabete, insufficienza renale.

Fattori di rischio e prevenzione
– scarsa igiene
– limitazione della mobilità – coma, allettamento prolungato in seguito a interventi chirurgici, paralisi, malnutrizione
lesioni midollari o malattie neurologiche – la mancanza o ridotta percezione sensoriale impedisce la sensazione dolorosa
invecchiamento – con l’età avanzata la pelle ed i tessuti diventano meno elastici e più fragili
eccessiva magrezza e obesità
– problemi nutrizionali – le carenze alimentari influiscono su tonicità e rigenerazione tissutale
pelle eccessivamente secca o umida – la pelle umida aumenta l’attrito con le superfici con cui è a contatto provocando traumi dei vasi sanguini, i pazienti con incontinenza fecale e urinale sono particolarmente esposti perché provocano la macerazione dei tessuti in contatto stretto con il pannolone
– la pelle molto secca è a maggior rischio perché la scarsa idratazione la rende suscettibile a lesioni durante i movimenti
problemi di circolazione – una circolazione sanguinea compromessa accelera la necrosi tissutale e l’insorgenza delle lesioni
tabagismo – la nicotina induce la vasocostrizione e diminuisce il passaggio ematico ai tessuti e alla pelle
malattie neurologiche – spasmi muscolari e malattie del sistema nervoso periferico sono un fattore di rischio perché aumentano gli attriti e gli sforzi da taglio
diabete – è una patologia che comporta alterazioni neurologiche e del circolo sanguineo.
Tutti fattori comuni negli anziani resididenti nelle casa di riposo Roma

Fattori che ritardano il processo di guarigione:

Se una ferita non sviluppa un processo infettivo e i margini sono riavvicinati si parla di guarigione di prima intenzione. – se invece i bordi della lesione sono distanziati a causa di grosse perdite di sostanza, o nel caso in cui sia sviluppata una infezione, si parla di riparazione per seconda intenzione.
La malattia colpisce in particolar modo soggetti allettati da un lungo periodo, fattore altrettanto comune nelle case di riposo che un anziano si possa sentir male e trasferito in una struttura ospedaliera o clinica per anziani, una volta guarito torni alla casa di riposo con piaghe da decubito. La malattia insorge in maniera molto rapida, è estremamente resistente alle cure, è di difficile guarigione. Non tendono a guarire in maniera spontanea ma richiedono lunghe terapie, e se trascurate, posso condurre anche alla morte per setticemia.

Stadi e sintomi:

L’organizzazione di professionisti (EPUAP) che praticano la terapia e prevenzione delle ulcere da decubito, ha configurato l’evoluzione della malattia in quattro fasi, ognuna caratterizzata da una precisa sintomatologia.

Stadio 1 :

cute intatta ed eritema che non si sbianca alla digitopressione (la pelle integra si presenta con una chiazza eritematosa di colore rosso, e l’ aria può essere dolorante e più calda delle altre zone).

Interventi da attuare
– eseguire il lavaggio sociale delle mani all’inizio e al termine della procedura
– detergere la cute con soluzione detergente debolmente acida per non alterare il pH cutaneo fisiologico
– risciacquare con acqua potabile
– asciugare tamponando delicatamente per evitare microlesioni da sfregamento tra il piano osseo e la rete microcapillare
– idratare con pasta all’ossido di zinco (o olio di mandorla) al fine di mantenere lo stato di integrità della cute nelle
– zone soggette a macerazione o a disidratazione
– non coprire con medicazioni secondarie per consentire la traspirazione dei tessuti
– rinnovare ogni 12 ore per mantenere costante lo stato di protezione e idratazione

Stadio 2:

cute ulcerata e derma assottigliato (la pelle è lessa ed anche i derma; in qualche occasione la lesione può presentarsi come una bolla- intatta o rotta- sollevata e ripiena di liquido .

Interventi da attuare

– detergere con soluzione fisiologica a temperatura corporea (35-37° C) utilizzando una siringa con l’ago per: irrigare la lesione: il getto deve essere in grado di rimuovere i residui dell’eventuale medicazione precedente, la colonizzazione batterica superficiale, ma allo stesso tempo delicato per non rischiare di danneggiare i tessuti neoformati
– asciugare tamponando delicatamente con garza sterile per evitare microlesioni da sfregamento tra il piano osseo e la rete microcapillare
– rimuovere i lembi di cute della flittena con forbice sterile o bisturi per evitare il formarsi di tasche che potrebbero costituire un favorevole terreno di coltura per i microrganismi patogeni
– se presente essudato:
– applicare idrogel: idrata la ferita e i residui di tessuto vengono assorbiti dal gel e rimossi dalla lesione con il cambio della medicazione
– ricoprire con schiuma in poliuretano: assorbe gli essudati mantenendo un ambiente umido e minimizzando il rischio di macerazione; ricoprire almeno 3 cm di cute sana attorno al perimetro della lesione per evitare dispersioni di umidità
– sostituire ogni 48 ore
– se la lesione è asciutta:
– applicare idrocolloide: a contatto con la ferita la medicazione forma una sostanza gelatinosa formando condizioni favorevoli per una guarigione ottimale senza che i nuovi tessuti vengano danneggiati durante il cambio della medicazione; ricoprire almeno 3 cm di cute sana attorno al perimetro della lesione per trattenere il più possibile la sostanza gelatinosa
– sostituire ogni 48-72 ore

Stadio 3:
perdita completa di cute ed derma, la ferita è profonda ed a forma di cratere, (sul fondo del cratere si forma tessuto necrotico –Slough)
Tenete presente che le piaghe di 3 stadio necessitano di cure medico-infermieristiche, case famiglia e comunità alloggio provvedono a trasferire L’ anziano in una struttura più adeguata come una casa di riposo Roma o casa di riposo al mare una rsa o casa di riposo convenzionata

Interventi da attuare
– detergere con soluzione fisiologica a temperatura corporea (35-37° C) utilizzando una siringa con l’ago per irrigare la lesione: il getto deve essere in grado di rimuovere I residui dell’eventuale medicazione precedente, la colonizzazione batterica superficiale, ma allo stesso tempo delicato per non rischiare di danneggiare I tessuti neoformati
– applicare idrogel: idrata la ferita e facilita la rimozione di tessuti necrotici; I residui di tessuto vengono assorbiti dal gel e rimossi dalla lesione con il cambio della medicazione
– coprire con schiuma in poliuretano: assorbe gli essudati mantenendo un ambiente umido e minimizzando il rischio di macerazione; ricoprire almeno 3 cm di cute sana attorno al perimetro della lesione per evitare dispersioni di umidità
– fissare con pellicola trasparente per evitare la dislocazione della medicazione
– rinnovare ogni 24 ore

Stadio 4: ferita profonda che interessa muscoli ed ossa (ferita profonda, raggiunge muscoli, tendini ed ossa, il cratere della ferita è ricoperto da una crosta di colore rosso cupo o marrone formata da tessuto necrotico-escara). Anche in questo caso il trasferimento dell’anziano in una struttura ospedaliera, come clinica o Rsa è obbligatorio.

Interventi da attuare
– detergere con soluzione fisiologica a temperatura corporea (35-37°C) utilizzando una siringa con l’ago per irrigare la lesione: il getto deve essere in grado di rimuovere I residui dell’eventuale medicazione precedente, la colonizzazione
– batterica superficiale, ma allo stesso tempo delicato per non rischiare di danneggiare I tessuti neoformati
– asciugare tamponando delicatamente con garza sterile per evitare microlesioni da sfregamento tra il piano osseo e la rete microcapillare
– valutare la lesione prima di effettuare la medicazione e ad ogni rinnovo
– in base al tipo di lesione identificato procedere secondo procedure III Stadio

Non sempre però la profondità della lesione è valutabile in maniera esatta, per cui per valutare quali tessuti risultano compromessi occorre effettuare una pulizia chirurgica rimuovendo completamente il tessuto necrotico -> lesione non stadabile

SCALA DI BRADEN

Misura il grado di rischio di lesioni gravi, usa 6 indicatori della condizione del paziente:
– percezione sensoriale – capacità di avvertire il dolore
– attività fisica – se riesce o meno a camminare
– mobilità – se riesce o meno in maniera autonoma o assistita a cambiare posizione del corpo
– assunzione di alimenti
– scivolamenti e relative frizioni con superfici di letto e poltrona
Per ognuno dei sei indicatori menzionati sono previste quattro possibili variabili ed a ognuna è assegnato un punteggio compreso tra 1 e 4.
I valori più bassi sono indicativi di maggiori limitazioni.

Ps. In realtà le scale sono sostituite dall’esperienza, gli operatori della casa di riposo Anzio sanno benissimo quali sono i fattori di rischio delle piaghe da decubito e come cercare di prevenirle, anche non sempre risulta possibile.
OBIETIVI:
-Identificare i pazienti a rischio
-Ridurre la pressione ed aumento della mobilità;
-Ridurre l forza di attrito/frizione e stiramento/taglio;
-Migliorare l’igiene del corpo;
-Controllo dell’incontinenza e dell’umidità;
-Migliorare l’alimentazione;
-Ridurre la pressione con presidi antidecubito

PREVENZIONE:
-Riducendo la pressione sui tessuti con pressione antidecubito (sovra materassi e materassi ad aria, materassi a cubi, letti a cessione d’aria) cuscini (acqua, aria, gel, gomma piuma, fibra, silicone); riducendo i tempi di pressione sui tessuti cambiando posizione secondo i piani posturali; con l’osservazione giornaliera della cute, con l’applicazione di creme emollienti o ad effetto barriera ; deve essere evitata la posizione sul fianco a 90° per l’ alto rischio di lesione nella zona trocanterica; usare l’ archetto per eccessiva tensione del lenzuolo; strofinamento nell’asciugatura per rischio di frizione; i massaggi profondi per scolamento dei tessuti; contatto della pelle con materiali impermeabili pieghe delle lenzuola o della biancheria; eseguendo le medicazioni giuste.
tengo a precisare, che il prezioso lavoro di cura igiene e prevenzione, è tutto riposto nelle mani dell’ operatore socio sanitario OSS diretto responsabile nelle case di riposo Anzio dove non mancano le case di riposo convenzionate

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio tutti gli ospiti ed operatori che ho incontrato in questa esperienza molto importante per la mia crescita personale e professionale, per tutto il lavoro che ho imparato a svolgere, per tutti i sorrisi, le belle parole e i ringraziamenti ricevuti.

Ps. questa tesina corso oss operatore socio sanitario è offerta da casa di riposo i pini Anzio